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Molto rumore per nulla
COMMEDIA


Introduzione

La celebre commedia di Shakespeare viene ripresa in un’interpretazione ispirata alla versione cinematografica di Kenneth Branagh. Pur senza diventare una vuota ripetizione, lo spettacolo ricalca il film nei costumi e nella stessa scena. Come dichiara il regista, Pietro Nevolo, «l’obiettivo è quello di portare il cinema in teatro, riproducendo dal punto di vista scenografico un set: gli attori danno corpo e voce ai personaggi, per tornare subito dopo ai margini della scena. Una serie di proiezioni sottolinea i punti più salienti dell’azione, dando maggiore visibilità ai volti degli attori. Motivo di questa scelta è stata essenzialmente la capacità di Branagh di utilizzare una modalità di comunicazione vicina all’epoca contemporanea senza stravolgere dialoghi e ambientazioni, evitando così tutti i vincoli indotti da un allestimento “di maniera”. L’obiettivo è dare vita ad una rappresentazione viva, diretta, dei temi universali ed eterni che questa commedia esprime: il gusto del male gratuito, non legato a fini pratici di Don Juan (le cui trame anticipano quelle di Iago in Otello), l’amore come fede innocente di Ero e Claudio o come schermaglia verbale in Beatrice e Benedetto. L’ironia dei due protagonisti è in definitiva una difesa razionale dai sentimenti, dalla paura di soffrire; non appena se ne presenta l’occasione, li vediamo capitolare, pronti a rinnegare quella professione di fede nella condizione di single che tanto avevano sbandierato.  Ma per dirla con le parole di Benedetto: “Quando dicevo di voler morire scapolo, non pensavo di vivere fino al giorno del mio matrimonio!”».
I cinque atti della commedia, condensati in due, vengono percorsi attraverso il connubio tra prosa, danza e musiche, con un effetto di dinamismo, ilarità e leggerezza.

Trama

Don Pedro, principe d'Aragona, di ritorno dalla guerra ferma il suo esercito a Messina e assieme alla sua corte viene ospitato dal governatore della città Leonato. Assieme a lui arrivano i nobili amici Benedetto e Claudio e suo fratello bastardo Don Juan.
Don Juan è da poco rientrato nelle grazie di suo fratello dopo essere stato condannato per aver ordito trame contro il suo regno. Ora Don Juan aspetta solo l'occasione giusta per vendicarsi. Il caso vuole che nella villa fosse ospitata anche Beatrice, nipote di Leonato, perché facesse compagnia a sua cugina Ero, figlia di Leonato. Beatrice è quella che tutti definirebbero una allegra bisbetica. Uno spirito focoso e una mente brillante che danno libero sfogo a una lingua pungente come l'aculeo di una vespa. Solo una persona le è pari in quanto testardaggine, facilità di parola e odio per l'altrui sesso: Benedetto. Da tempo però i due non perdono occasione di incrociare duelli dialettici mirati a più ferire che a uccidere e taluni sospettano che sotto sotto, tra i due, vi sia del tenero e che gli allegri battibecchi siano cinguettii d'amore. Di tutt'altro stampo è l'amore che il nobile Claudio nutre per la bella Ero. Egli, nobile schietto e sincero, si innamora della sua grazia e modestia e subito ne parla a Don Pedro; questi intercede presso il padre Leonato durante la festa in loro onore.
Felici per la vicina unione ed esaltati dalla calda e gaia estate siciliana, Don Pedro, Claudio e Leonato decidono di darsi un compito superbo: far innamorare Beatrice e Benedetto, i due esseri più intrattabili e antitetici sulla faccia della terra. Così cominciano privatamente le loro opere di convincimento e tanto fanno e tanto tramano che alla fine i due ammettono di amarsi e il loro matrimonio viene programmato assieme a quello di Ero e Claudio.
Accade però che Don Juan veda in tutta questa gaiezza un momento propizio per vendicarsi di suo fratello. Aiutato da Borracho, soldato fedele, Don Juan decide di rovinare la festa. Sedotta una cameriera il giorno prima del matrimonio, Borracho si fa vedere in atteggiamenti amorosi con questa travestita da Ero, diffamandone così la reputazione. Al matrimonio Ero viene pubblicamente accusata da Claudio di meretricia e piantata sull'altare. Ero cade svenuta e verrà finta morta mentre Claudio lascia la villa.
Tutto sembra volgersi in tragedia: Beatrice chiede vendetta al suo amato Bendetto pretendendo che sfidi Claudio in duello e Don Pedro lascia offeso la casa di Leonato. Tuttavia Carruba, capoguardia della ronda notturna, sentendo fortuitamente Borracho vantarsi della sua impresa, finisce per rimettere le cose a posto. Don Juan e Borracho arrestati, Claudio perdonato, Ero rediviva e tutti finalmente sposati.

Caratteristiche dello spettacolo

 L’opera è realizzata in forma di commedia della durata di circa 2 ore, con musiche eseguite dal vivo e dirette da Gianni Santoro, ispirate a motivi e atmosfere rinascimentali.
L’ambientazione ed i costumi rispettano il contesto storico originale.
Tutti gli adattamenti di testo, scena, coreografia e musica sono originali e realizzati dal Gruppo Creativo di Artemedia.


Regia: Pietro Antonio Nevolo
Coreografie: Giorgia Bonasia
Musiche: Gianni Santoro
Scenografie: Ivano Coviello
Direzione tecnica: Alessandro Rada